GIORNO DELLA MEMORIA 2026 - CANELLI

Il Giorno della Memoria 2026 verrà celebrato a Canelli domenica 25 gennaio, a partire dalle ore 17, presso la Sala Aliberti della Biblioteca G. Monticone, in via G.B. Giuliani 29.

Come sempre negli ultimi anni, si comincerà con una breve introduzione istituzionale sul significato del Giorno della Memoria, istituito in Italia nel 2000 “in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti", seguita dal ricordo delle vittime canellesi dei campi di concentramento.

Si proseguirà con la presentazione del volume di memorie UNO DEI TANTI. DIARIO DI UN SUPERSTITE DI CEFALONIA, di Remigio Albenga (IGE, 2026). Interverranno Vittorio Rapetti e Massimo Branda, curatori del libro per conto dell’associazione Memoria Viva Canelli, e Renato Grimaldi (Ordinario di Sociologia presso l’Università degli Studi di Torino), autore dell’introduzione. Modererà l’incontro la professoressa Valeria Sartoris.

“Il diario di Remigio Albenga, prima soldato, poi Internato Militare e infine partigiano, ci riporta” - commenta Vittorio Rapetti - “ad una delle più drammatiche pagine della 2° guerra mondiale. Il protagonista è un giovane soldato della “Divisione Acqui” che dopo l’eccidio di Cefalonia affronta una vera e propria Odissea nei Balcani. Catturato dai nazisti e avviato alla deportazione, riesce a fuggire, unendosi prima alla Resistenza greca e poi a quella jugoslava. Un lungo percorso di umiliazioni e sofferenze, ma anche di determinazione e speranza. Si tratta di un documento prezioso, semplice e preciso. Ci fa conoscere una vicenda personale, emblematica di una generazione, ma anche una pagina di storia poco nota. Con una morale ben chiara e attuale: l’assurdità della guerra e l’autenticità delle relazioni umane.”

“Memoria Viva ha promosso la pubblicazione di questo volume” – spiega Massimo Branda, presidente di Memoria Viva Canelli – “perché ritiene che si tratti di un ottimo modo d’iniziare l’anno del ventennale dell’associazione, in quanto le memorie di Remigio Albenga sono, da una parte, un documento storico d’indubbio valore, e dall’altra rappresentano una sorta di contenitore di  molti dei temi che hanno ispirato la fondazione e l’attività di Memoria Viva in questi due decenni.”

Significative le parole del professor Renato Grimaldi: “Il Diario di Remigio Albenga è molto più di una memoria individuale: è un documento sociale che illumina dall’interno una delle pagine più alte e insieme più tragiche della storia italiana. Attraverso lo sguardo di soldato, l’autore ci restituisce la dimensione umana di un evento che può essere considerato uno dei primi atti di Resistenza del nostro Paese.”

Il volume, corredato da un ricco apparato di note, mappe e immagini, è di lettura estremamente scorrevole, pur rappresentando un documento molto importante da diversi punti di vista: storico, morale e sociologico.

L’importanza della pubblicazione è attestata dalla quantità e dalla qualità dei patrocini ottenuti: dalla Provincia di Asti ai Comuni di Canelli, Acqui Terme, San Marzano e Calamandrana, dall’ANPI Canelli all’Associazione Nazionale Divisione Acqui, dalla Fondazione Giovanni Goria al Progetto Memoranda della Fondazione Nuto Revelli, da Costigliole Cultura alla Fondazione Gente & Paesi.

Chi era Remigio Albenga? Nato a San Marzano Oliveto il 17 settembre 1923, ultimo di sei figli di una famiglia di agricoltori, frequentò le locali scuole elementari per poi lavorare come contadino. Da notare che uno dei fratelli era Ignazio Albenga (1916-1998), sacerdote e studioso, a lungo parroco a Canelli. Chiamato al servizio di Leva, Remigio venne congedato il 20 aprile 1942, per essere poi richiamato e riprendere il servizio militare il 9 gennaio 1943 nel 50° Reggimento Fanteria. Nel marzo 1943 è trasferito al 17° Reggimento Fanteria, facente parte della 33° Divisione "ACQUI", di stanza a Cefalonia, dove sbarca il 26 marzo 1943. Da qui, dopo l’8 settembre 1943, cominciano le vicende descritte nel memoriale. Torna in Italia nel luglio del 1945. Riprende quindi il lavoro di agricoltore, diventando nel 1945-46 attivista nel Partito dei Contadini. Si sposa con Giuliana Bocchino nel 1949. Dalla loro unione nascono due figli, Sergio e Mauro. Si stabilisce quindi a Novara, dove con la moglie apre un bar. Muore a Novara il 1° febbraio 2007. Nei mesi successivi al rientro in Italia, redige un memoriale per testimoniare il proprio orrore per la guerra, probabilmente rielaborando un diario scritto nei mesi precedenti. Una copia del dattiloscritto passa per varie mani, fino a giungere al direttivo di Memoria Viva, che decide di pubblicarlo integralmente.

A conclusione della giornata, verranno presentati alcuni progetti sviluppati dalla Scuole di Canelli, sempre attive in queste occasioni. In particolare, un breve video illustrerà il “Progetto Crocus”, cui hanno aderito l’Istituto Comprensivo e l’ITIS Artom di Canelli.

Segnaliamo, infine, che Memoria Viva Canelli è tuttora attiva nel promuovere l’assegnazione delle medaglie d’onore alla memoria degli IMI della zona, attraverso la ricerca dei documenti e l’istruzione e l’inoltro delle pratiche per conto delle famiglie che segnalino l’intenzione di ricevere detta medaglia. Nel corso del 2025, sono state 21 le medaglie d’onore consegnate grazie al lavoro dell’Associazione ed è possibile che in occasione del prossimo 27 gennaio altri canellesi possano ricevere il riconoscimento dalle mani del Prefetto di Asti.