Presentazione Così è stato il mio tempo, di Gianna Menabreaz

E’ un’ossessione quella di Gianna per il recupero, la conservazione e trasmissione della memoria, di quello che è stato, nel bene e nel male, sapendo ben riconoscere e separare questo da quello. Ha cominciato tanti anni fa, con la storia della propria famiglia, con le vicende da romanzo d'appendice di suo padre Gino, trovatello sballottato dalla Val d'Aosta a Torino, e poi 'venturino' in Val di Susa e, ancora, a Loazzolo e Canelli, raccontate ne L'abbandono.
Ci ha poi dato quel testo fondamentale che è Gli ultimi testimoni, con le memorie dei canellesi deportati e internati nei lager nazisti, testo dotato di un robusto impianto storiografico curato dall’Associazione Memoria Viva, che pone quelle storie individuali nel contesto della Grande (e tragica) Storia della seconda guerra mondiale.
E’ stata poi la volta di A pugni chiusi, biografia intellettuale e morale di Olimpio Marino, il comandante partigiano “Freccia”, protagonista delle vicende che hanno caratterizzato la Resistenza nei nostri luoghi. A far da contrappunto alle sue imprese belliche, la tenera e lunghissima storia d’amore con la futura moglie Rosa.
Ora Gianna ci sorprende ancora con questa raccolta di memorie di persone che hanno attraversato la guerra vedendola con gli occhi dei ragazzini, e che ci ricordano che cosa la guerra sia stata, e continui a essere, in termini di dolore e di fame, di perdita di amici e parenti, di odio e sopraffazione, del prevalere del lato peggiore degli esseri umani.
Scorrono sotto gli occhi i ricordi di persone care come Giovanni Marello, Vittorio Galandrino, Ardemia Valfiorito, "Giulio Vola", Anna Cherchi e Angioletta Vespa.
"Sempre in cerca di storie di una volta, dopo aver scritto dei nostri deportati e la storia del partigiano Freccia e della sua ragazza Rosa, ho pensato di raccogliere testimonianze di come la popolazione aveva vissuto ed affrontato il dramma della guerra. Se i soldati avevano patito mille travagli dovuti ai combattimenti sui vari fronti, chi era rimasto, di certo la parte debole della società, trascinato nel turbine della bufera, aveva dovuto sostenere un’altra guerra. Vecchi, donne e bambini furono travolti da fame, lutti ed angoscia. 
Questa constatazione forse dettata dal mio modo di pensare al femminile, ha dato l’abbrivio a questa nuova avventura nel passato per denudare un aspetto, mai abbastanza approfondito, e dare visualità a chi attendeva a casa, in un altro modo vittima, dell’atroce strascico causato dagli eventi." (dall'introduzione di Gianna Menabreaz).
Presenterà l'incontro Primarosa Pia, autrice della presentazione del libro e membro del comitato scientifico dell'Istituto Pedagogico della Resistenza.
Ingresso libero
Seguirà aperitivo